SULMONA – “La credibilità del Presidente della Regione Marco Marsilio è a zero. Sulla ferrovia Pescara-Roma ha diramato un comunicato con cui afferma che la Regione Abruzzo ha sospeso il suo giudizio in attesa di “una pubblica e motivata risposta alle proposte del Dibattito Pubblico” il quale “ ha offerto una partecipazione molto ricca” e ha prodotto ”decine di quaderni con le proposte di cittadini, comitati e amministrazioni comunali”. Marsilio ha precisato che l’eventuale assenso è condizionato all’accoglimento delle proposte formulate dalla Regione e ha concluso : “la Regione si riserva di formulare un parere motivato con la presentazione di tutta la documentazione necessaria non appena sarà fornita. In mancanza di questa documentazione utile e di risposte ai temi che sono stati sollevati e proposti, non potremmo che trasformare questa sospensione in un chiaro parere di dissenso e di negata intesa”.
Cosa dire? Marsilio è consapevole delle criticità di un progetto che coinvolge in pieno aree importanti della Regione e sa, quindi, che il dovere di un Presidente è quello di tutelare i diritti e i legittimi interessi del territorio. Perché, allora, sul metanodotto adotta un comportamento del tutto opposto? Eppure parliamo di una infrastruttura che attraversa la Regione Abruzzo per oltre 100 chilometri e che, se sarà realizzata, avrà un enorme impatto sull’ambiente, sull’assetto territoriale, sull’economia e sulla sicurezza dei cittadini certamente non inferiore a quello della ferrovia.
Nell’incontro con il Governo del 15 giugno scorso Marsilio ha delegato, con nota ufficiale a sua firma, il rappresentante del Genio Civile Enzo Franco De Vincentiis il quale, a nome della Regione, ha affermato che “ non rileva competenze specifiche in merito, per cui non si esprime in senso contrario all’opera”. In una intervista televisiva rilasciata lo stesso giorno Marsilio ha detto, a proposito del metanodotto, che “le Conferenze dei Servizi sono tavoli tecnici” pertanto “la Regione non ha nulla da eccepire e dà il proprio nulla osta per la prosecuzione dell’iter autorizzatorio”.
Dunque, il gasdotto è solo una questione “tecnica” sulla quale la Regione non “rileva competenze specifiche”, mentre la ferrovia coinvolge una serie di problematiche ambientali, sociali, economiche e urbanistiche? Sulla ferrovia, qualora non dovesse avere risposte accettabili, la Regione negherà l’intesa, mentre sul gasdotto dà il via libera senza neanche attendere il fondamentale studio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sulla sismicità del tracciato? Sulla ferrovia c’è stato un ampio Dibattito Pubblico e sul gasdotto no? Sulla ferrovia si tiene conto della volontà dei cittadini e delle amministrazioni comunali e sul gasdotto no? Gli abitanti delle aree attraversate dal metanodotto sono forse cittadini di serie “b” e quindi con minori diritti, anzi senza diritti?
Marsilio sa bene che sono oltre 14 anni che il gasdotto Sulmona – Foligno è al centro di dibattiti pubblici, di incontri presso tutte le sedi istituzionali, convegni, manifestazioni (come quella di Sulmona dell’aprile 2018 con 10.000 partecipanti), risoluzioni anche del Parlamento, delibere di Comuni, Province e atti ufficiali della Regione Abruzzo con cui è stato detto No ed è stata negata l’intesa con lo Stato.
Cosa aggiungere su questo Presidente dottor Jekyll e mister Hyde? Nulla. Il commento lo lasciamo ai cittadini”.
Comitati cittadini per l’ambiente
Coordinamento No Hub del Gas